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Estasi e Silenzio 

Lunedì 23 settembre 2013


Trascrivere o trapiantare?

La trascrizione e l’adattamento musicali sono spesso vissuti come un tradimento, un’alterazione non autorizzata delle originali opere create dai più grandi geni della storia della musica.

Da un certo punto di vista – e soprattutto riferendoci ad epoche a noi più vicine – è anche vero: se un compositore ha scelto il violino come strumento per un determinato brano, perché mai dovremmo ritenerci nel giusto suonandolo invece con una chitarra o con un trio di flauti dolci?

Per leggere però il problema in modo diverso è utile uno slittamento terminologico, passando dall’idea – invero piuttosto asettica – del «trascrivere» a quella – ben più fertile – del «trapiantare». Per cui, nella totale cura del brano originale (altrimenti la pianta morirebbe…), gli si crea un nuovo contesto, lo si mette in un ambiente diverso da quello in cui si è sviluppato e lo si fa vivere di nuova vita.

Si può facilmente intuire come un’operazione di questo tipo non sia una mancanza di rispetto verso l’originale, ma anzi un gesto di estremo amore. Che addirittura può svelarci dei particolari o delle sfumature che nella precedente collocazione del brano risultavano impercettibili.

D’altronde sono celebri i casi di grandi trascrittori che hanno «trapiantato» le opere di illustri colleghi: Bach con Vivaldi, Mozart con Händel, Liszt con Beethoven, Busoni con Bach, Ravel con Musorgskij e tanti altri. In tempi piuttosto recenti uno degli autori privilegiati, in questo virtuoso movimento di trasposizione, è stato Scarlatti. Forse per l’incredibile linearità – quasi un’universalità che trascende la musica stessa – delle sue opere, e forse anche perché l’impostazione barocca delle sue partiture era meno stringente dal punto di vista degli strumenti da utilizzare.

Un discorso diverso vale invece per quegli strumenti piuttosto nuovi alla tradizione classica – su tutti la fisarmonica, ma anche le varie percussioni o il sassofono – per cui la trascrizione è diventata una necessità del repertorio: al fine di allargare il numero delle opere a disposizione e accedere così a delle epoche musica­li in cui il proprio strumento ancora non esisteva.

E un’ultima particolarità, quasi un’eccezione, è infine data da quegli autori che furono e sono anche inter­preti – come Piazzolla o Galliano – e che nella loro regolare pratica concertistica hanno già dato svariate versioni e arrangiamenti delle proprie opere, al punto che di Sertão o di Ave Maria vien quasi da chiedersi se esista un’unica stesura che possa essere definita «originale».


Daria Zappa · violino

Nasce nel 1976 a Locarno in una famiglia di musicisti.

Per dieci anni è primo violino del casalQuartett. Ha suonato a fianco di musicisti come Martha Argerich, Heinz Holliger e Maurice Steger, in concerti e sale di tutt’Europa, quali il Festival di Lucerna, la Tonhalle Zürich, la Musashino Hall Tokyo, il Palau de la Musica Valencia, e molti altri. Ha al suo attivo una vasta serie di registrazioni CD, radiofoniche e televisive. Con il quartetto ha vinto il prestigioso premio ECHO Klassik 2010 nella categoria musica da camera per il migliore CD dell’anno. Oggi Daria Zappa suona in varie formazioni cameristiche quale solista (Swiss Chamber Soloists, in Duo col marito Massimiliano Matesic, col fratello Mattia e in trio col Bayanista Piotr Rangno). È insegnante al Conservatorio di Zurigo, dove tiene una classe con bambini e giovani di talento. È stata assistente di Benjamin Schmid alla Hochschule der Künste di Berna. I suoi principali maestri sono stati, tra gli altri, Susanne Holm a Lugano, Jörg Hofmann e Rainer Kussmaul a Freiburg im Br, dove ha ottenuto il diploma di solista. Suona un violino italiano del 1778, del liutaio Jan Babtista Mezzabotte. Da sei anni è direttrice artistica del Festival der Stille a Kaiserstuhl (AG), dove abita col marito e il figlio Iskander.


Mattia Zappa · violoncello

Mattia Zappa vive a Lucerna ed è membro dell’Orchestra della Tonhalle di Zurigo. Suona come aggiunto nell’Orchestra dei Berliner Philharmoniker. Inizia i suoi studi musicali al Conservatorio della Svizzera Italiana (Mo. Yamashita) e prosegue negli Stati Uniti alla Juilliard School di New York (Mo. Harvey Shapiro) e nella classe di Solista di Thomas Demenga alla Musikakademie di Basilea. Nel 2004 ottiene il diploma Master all’Accademia Incontri col Maestro di Imola (Mo. Piernarciso Masi) in Duo con pianoforte. Insegna alla Scuola Universitaria della Svizzera Italiana. Nel 2001 debutta in Duo col pianista Massimiliano Mainolfi alla Carnegie Hall di New York. Inizia un’intensa attività concertistica attraverso l’Europa, in Sud Africa e Nord America. Diverse registrazioni discografiche per le etichette Ducale, Lira Classica, Guild. Mattia Zappa si dedica con passione anche all’improvvisazione jazz. Dal 2003 al 2010 è membro fondatore del Trio d’ArchiGoldbergTrioLucerne, insieme alla moglie Ina Dimitrova e al violista Christoph Schiller. Come solista ha suonato con numerose orchestre, tra cui l’Orchestre de Chambre de Genève e l’Orchestra Sinfonica di Basilea. 

Mattia Zappa suona un violoncello del 1758 costruito a Firenze da G.B. Gabbrielli.


Piotr Rangno · fisarmonica

Piotr Rangno è nato nel 1967 in Polonia, ha fatto i suoi studi musicali a Wroclaw (Breslau) ed è stato vincitore di vari premi a concorsi per fisarmonica nazionali e internazionali. In qualità di solista e in vari gruppi da camera è stato invitato a suonare in sale prestigiose di tutta Europa, come per esempio nella sala più antica d’Europa, la Galleria Bagno a Steinfurt o al Concert­gebouw di Amsterdam. Molte sono le registrazioni radiofoniche e televisive e ben sette CD. Piotr Rangno riesce come pochi nel suo campo a sfruttare tutte le sfaccettature armoniche e polifoniche del suo strumento e a far scatenare nell’ascoltatore forti emozioni. Chi ha potuto ascoltare il virtuoso dal vivo, sa che cosa lo attende: una musica interpretata con brillantezza e al contempo con profonda vivacità. Il suo repertorio spazia dalla musica barocca, fino ai giorni nostri, con trascrizioni e composizioni originali per lui e il suo strumento appositamente scritte.


Programma

Anatoli Kusjakow 1946–2007
Danza (dai 5 quadri spagnoli) 
Miquel Garcia Lorca 1964
Coplas de Piconera y Relicario 
• Jondo
• Red

Domenico Scarlatti 1685–1757
4 Sonate - Arr. Mattia Zappa
• Re minore K 9 Allegro dolcemente
• Do maggiore K 32 Festoso
• La maggiore K 380
• La maggiore K 322 Allegro

Jiddisch
Durme, Durme / Lomir sich iberbetn - tradizionale Ladino 

Piotr Rangno 1967
Chopin à la Musette [Impressioni da Chopin]
• Mazurka Amorosa 
• Preludio à la Musette
• Preludio di Bossa

Johann Sebastian Bach 1685–1750
Adagio (BWV 564) e
Gigue (BWV 825) 

Astor Piazzolla 1921–1992
Fear (Fuga)

Astor Piazzolla
Ave Maria 
• Allegro Tangabile *

Richard Galliano 1950
Sertao
• A French Touch *

Arrangiamenti:
• Piotr Rangno
• Alexander Morsey *