La parola «jazz» – così come i contenuti musicali che vi stanno dietro – ha ormai assunto un valore preposizionale che la rende duttile e applicabile come poche altre. Al pari di preposizioni come «con-» o «per- » il termine «jazz» si può infatti unire ad altri concetti – musicali, geografici, culturali – per arricchirne e determinarne il significato in modo preciso.
In sintagmi come «jazz-rock», «jazz poetry» o «latin jazz» la parola «jazz» va a colorare in modo diverso altri ambiti dell’espressione umana, in una direzione precisa.
È infatti l’idea di improvvisazione e di libertà che il termine «jazz» porta sempre con sé, ovunque vada. Quelle sensazioni di forme in divenire, di autenticità del momento che tanto hanno affascinato il mondo della cultura occidentale nel secolo scorso.
Così se si parla di «latin jazz» – o «jazz latino», per dirla in italiano – si intende una cosa precisa: il processo improvvisativo applicato ai temi ma soprattutto ai ritmi della musica del Sud America.
E poco importa se si tratta di tradizione afro-cubana o di quei generi (come la samba) tipicamente brasiliani: i brani tradizionali vengono tutti approcciati attraverso un metodo analogo: con strumenti jazz e assemblando la parte melodica – suonata come gli standard – con la parte ritmica – suonata al modo latino-americano, con particolare enfatizzazione dei ritmi negli assolo.
E se va bene per il Brasile, e se va bene per Cuba, perché mai non dovrebbe andare bene per la Colombia?
La risposta non può che fornircela Andrés Ortiz, che da molti anni porta avanti la ricerca jazzistica attorno ai valori musicali della sua terra d’origine. Una ricerca raffinata dall’esperienza in trio con Brian Quinn e Antonio Cervellino che recentemente è confluita nel disco Recordando e nel programma concertistico di questa sera.
Caratterizzato da brani originali che raccolgono le emozioni del vissuto, i ricordi di città esplorate e persone incontrate, il programma è un viaggio che riconduce Andrés Ortiz alle proprie radici musicali e che contemporaneamente parte alla ricerca di linguaggi personali tra jazz e la musica totalmente improvvisata. Composizioni dalle metriche dispari, oniriche, a volte nostalgiche e altre volte dai toni accesi del tropico.
Andrés Ortiz Villalba · pianoforte
Nato in Colombia nel 1978, fin da giovanissimo si è avvicinato alla musica folclorica attraverso lo studio dell’organo. Ha continuato con lo studio del pianoforte assieme ad Alberto Betancourt intraprendendo poi gli studi universitari di musica classica presso la Universidad El Bosque di Bogotà. Nel 2001 si è trasferito a Barcellona per specializzarsi nella modalità jazz presso il Conservatorio del Liceu, associato alla Berklee School di Boston. Si è diplomato a pieni voti seguendo seminari con maestri quali Chick Corea e Bobby McFerrin.
Dal 2008 si è trasferito in Svizzera, dove ha frequentato i corsi della Scuola svizzera di pedagogia musicale, fondando contestualmente a Chiasso la Smac - scuola di musica e arti creative.
Variegata è la sua esperienza musicale: in ambito discografico, concertistico ma anche applicata al teatro e alla cinematografia. Nel 2009 ha dato vita all’Andrés Ortiz Trío in cui il jazz si fonde con ritmi tradizionali colombiani e sudamericani.
Brian Quinn · batteria
Nato a Lugano nel 1981 ha cominciato a studiare tamburo e batteria ad undici anni con il padre Michael, in seguito con Luigi Cavalieri e Lorenzo Malacrida. Nel 2002 si è classificato primo al concorso nazionale svizzero per giovani percussionisti, vincendo una borsa di studio per studiare con Kim Plainfield presso il prestigioso Drummers Collective di New York. Nel 2000 si è formato con Guido Parini alla SMUM di Lugano mentre dal 2002 ha studiato alla facoltà jazz del Conservatorium Van Amsterdam in Olanda, dove si è laureato nel 2006.
Nel 2004 ha fondato, insieme ai fratelli Simon e Nolan, il trio q3 con cui è stato ospite di festival e locali in tutta Europa e con il quale si è aggiudicato il Nescafé Gold Jazz Award 2005, il ZKB Jazzpreis 2006 e il premio Best band al Bucharest International Jazz Competition 2007. Durante il suo percorso jazzistico ha collaborato con Luca Gusella, Michael Neff, Max de Aloe, Enzo Favata, Kurt Rosenwinkel e numerosi altri musicisti.
Antonio Cervellino · contrabbasso
Nato nel 1976 a Como, qui si è diplomato a pieni voti in contrabbasso e musica jazz presso il Conservatorio Verdi. Nel 1999 ha partecipato al concorso Redbull Culturezone Bass di Locarno ottenendo il primo premio.
È stato protagonista in numerose stagioni concertistiche sia in Italia che all’estero, in formazioni orchestrali e cameristiche quali l’Orchestra del Teatro Sociale di Como, l’Orchestra I Musici Estensi, l’Orchestra di fiati della Svizzera italiana. A New York ha suonato in alcuni tra i più prestigiosi club e in sale da concerto molto rinomate come il Dizzy’s Club (Jazz at Lincoln Center), Flushing Town Hall, Steinway Hall, LeFrak Concert Hall at Queens College, collaborando con illustri musicisti come Carol Sudhalter, Bob Dorough, Jimmy Cobb, Victor Jones e Willie Jones III.