«Si pensi un po’ quali circostanze devono riunirsi se si vuole che il bello sorga nella sua più piena dignità e magnificenza! Noi esigiamo per questo: 1. grande, profonda intenzione, idealità d’opera d’arte; 2. entusiasmo della rappresentazione; 3. virtuosità d’esecuzione, insieme armonico come da un’anima sola; 4. intimo desiderio e bisogno di chi dà e di chi riceve, la più felice disposizione d’animo del momento, dell’ascoltatore e dell’artista; 5. la più felice costellazione delle condizioni del tempo, come pure del più particolare momento delle circostanze secondarie, spaziali e altre; 6. direzione e partecipazione dell’impressione, dei sentimenti, delle vedute – riflesso della gioia artistica nell’occhio altrui». È con queste visionarie e quasi invasate parole che Eusebio – assieme a Florestano gli alter ego letterari di Robert Schumann – si offre l’esalogo, quasi dei comandamenti laici, della musica romantica. Tutto quello che dovrebbe succedere affinché il Romanticismo musicale si attui, e in causa sono chiamati in molti: compositori, esecutori, spettatori e luoghi. Attorno a tale definizione dell’essenza romantica – legata ad una persona, un luogo e un tempo piuttosto delimitati – si sono però articolati più di 150 anni di musica. Dai prodromi riconoscibili nell’ultimissimo Mozart fino agli epigoni del Richard Strauss post-Seconda Guerra mondiale, per non parlare del raggio quasi planetario di tale fenomeno, in origine strettamente germanico. Non è perciò un caso se tra i romantici si ritrova anche il boemo Smetana, uno dei massimi autori musicali del suo paese. E proprio il rapporto con la patria è stato decisivo nel definirsi della sua poetica: i due pezzi per violino e pianoforte Z domoviny (Dalla patria) riecheggiano infatti sia nel titolo sia nell’ispirazione tematica popolareggiante quel Má vlast (La mia patria) che è ritenuto suo opus magnum. Ben più lontano da Schumann – per tempo e per spazio – lo è stato Gian Carlo Menotti. Una poetica ritenuta tradizionalista (nel senso dell’utilizzo tonale dell’armonia rispetto agli sperimentalismi delle avanguardie a lui contemporanee), la sua, che ha comunque rappresentato lo spirito romantico nel senso del prolungamento dell’ideale melodico di cantabilità, già sublimato nell’ambito della cultura italiana da Giacomo Puccini. Per concludere rientrando in Germania, Max Bruch fu latore di un sentimento tardoromantico piuttosto conservativo – lontano, cioè, da quanto i suoi coevi Liszt, Wagner e Brahms andavano facendo – e in quanto tale originario. Mentre pre-originaria rispetto al Romanticismo è stata la produzione di Carl Maria von Weber (il primo, per esempio, ad adottare diffusamente l’utilizzo del leitmotiv), particolarmente significativa anche per l’utilizzo – all’epoca sperimentale – dello strumento-clarinetto.
Fabio di Casola · clarinetto
Nel settembre del 1990, primo clarinettista dopo sedici anni, si è aggiudicato il concorso internazionale di esecuzione musicale di Ginevra. Grazie a questa affermazione è stato invitato a festival musicali di rilievo internazionale: Festival di Berlino sotto la direzione di Claudio Abbado, Festival d’Evian di Mstislav Rostropovič e il Festival di Lockenhaus con Gidon Kremer. Altri premi attribuiti a Fabio di Casola sono il Grand Prix Patek Philippe, il premio svizzero della musica contemporanea e il concorso internazionale di musica contemporanea di Stresa. Nel 1998, a Ginevra, viene eletto dalla giuria e dal pubblico «musicista svizzero dell’anno». Fabio Di Casola ha suonato come primo clarinetto nell’orchestra della Tonhalle di Zurigo, nella Sinfonica di Basilea, nell’Orchestra della Svizzera italiana e nel Musikkollegium di Winterthur. È professore di clarinetto e di musica da camera presso la Musikhochschule di Zurigo e direttore artistico del festival di musica da camera «Klang».
Duo Ambra e Fiona Albek · violino · viola · pianoforte
Ambra, al violino e alla viola, è stata allieva di Tamás Major, Alberto Lysy e Igor Karsko. Ha ottenuto il perfezionamento in violino con Rudolf Koelman e in viola con Wendy Champney presso la scuola universitaria di Zurigo/Winterthur, perfezionandosi anche con Nora Chastain, Friedemann Rieger ed il quartetto Carmina. Fiona, al pianoforte, si è diplomata con Nora Doallo a Lugano e in seguito si è perfezionata con Friedemann Rieger a Zurigo/Winterthur. Come Duo le sorelle Albek hanno conseguito a Imola il master in musica da camera sotto la guida di Pier Narciso Masi.
Si sono inoltre esibite come soliste o in gruppi da camera per manifestazioni e festival musicali in Europa, Stati Uniti e Australia. A loro è stato dedicato da William Perry il concerto Gemini per duo e orchestra, la cui prima esecuzione si è tenuta a Greenfield (Massachussets, USA) sotto la direzione di Paul Phillips e che è stato recentemente registrato per Naxos con la RTE National Symphony Orchestra di Dublino.
Barbara Ciannamea · violino
Iniziato a sei anni lo studio del violino si è subito affermata come talento prodigioso. Ha studiato con Tamás Major e si è poi perfezionata con maestri quali Franco Gulli, Ruggiero Ricci, Elizaveta Gilels e Salvatore Accardo.
È risultata vincitrice in oltre tredici importanti concorsi internazionali, conducendo una ricca attività concertistica su scala continentale. È violino sostituto prima parte nell’OSI.
Andrea Mascetti · violino
Ha iniziato lo studio del violino a Lugano con Katalin Major per poi proseguire con Gabriele Baffero al Conservatorio di Milano, diplomandosi con lode nel 2002. Si è poi perfezionato con Salvatore Accardo e Daniel Stabrawa. Dal 2003 collabora regolarmente con l’OSI, la Symphonica Toscanini e la Mahler Jugendorchester. Molto attivo in ambito cameristico, ha suonato con Bruno Giuranna, Franco Petracchi, Rocco Filippini e Bruno Canino.
Claude Hauri · violoncello
Compiuti gli studi di violoncello a Lugano, Fiesole e Winterthur si è impegnato in una carriera concertistica internazionale come primo violoncello in importanti gruppi musicali ed esibendosi in prestigiose sale e rassegne quali Progetto Martha Argerich, Nuova Consonanza, Festa musicale svizzera, National Academy Melbourne, Biennale di Venezia, Unione Musicale di Torino e Fundación Kinor di Buenos Aires.
Programma
Robert Schumann 1810 –1856
Tre romanze per clarinetto e pianoforte, op. 94
· Nicht schnell
· Einfach innig
· Nicht schnell
Bedřich Smetana 1824 – 1884
Z domoviny (Dalla patria), 2 pezzi per violino e pianoforte
· Moderato in la maggiore
· Andantino in sol minore
Gian Carlo Menotti 1911 – 2007
Trio per violino, clarinetto e pianoforte
Capriccio, Romanza, Envoi
Max Bruch 1838 –1920
da Otto pezzi per clarinetto, viola e pianoforte, op. 83
no. 2 – Allegro con moto
no. 5 – Rumänische Melodie: Andante
no. 7 – Allegro vivace, ma non troppo
Carl Maria von Weber 1786–1826
Quintetto per clarinetto e archi in si bemolle maggiore, op. 34
· Allegro
· Fantasia. Adagio
· Menuetto capriccio. Presto
· Rondò. Allegro giocoso