Non si arriva a venti, se si cerca tra i maggiori compositori di tutti i tempi quelli che abbiano mai scritto un brano per quartetto con pianoforte. E sono ancor di meno se si intende il quartetto con pianoforte e tre archi: violino, viola e violoncello. Perché mai una formazione numericamente così esigua e organicamente così importante ha riscosso un successo così tiepido presso gli autori di tutte le epoche? Forse perché il quartetto per antonomasia è sempre stato solo quello d’archi. Forse perché una formazione cameristica equilibrata vuole che alle due mani del pianoforte si risponda con coppie di strumenti ad arco, come nel caso del trio o del quintetto. Di sicuro perché la scarsità di repertorio – in un vorticoso meccanismo concentrico – non ha mai agevolato l’esistenza di significativi gruppi di esecutori che potessero imporre definitivamente la formazione.
Tant’è, questa è stata e ancora è la situazione. E non può quindi stupire che un grande compositore come Johannes Brahms ne abbia scritti addirittura tre di quartetti con pianoforte (tanti quanti i quartetti per archi o le sonate per violino, più dei quintetti o delle sonate per violoncello) e in fasi ben diverse della sua carriera. Il n. 1 in sol minore, op.25 si situa nel periodo ancora giovanile della creatività brahmsiana: l’autore aveva ventotto anni e il suo scrivere risentiva ancora molto della linearità melodica di Schubert, ma già comprendeva un’architettura formale decisamente progressista, fondata sull’evoluzione dei temi in un continuo e coerente sviluppo. Qualcosa che avrebbe trovato una piena definizione soltanto nell’opera di Arnold Schönberg.
E forse sta proprio qui l’inarrivabile grandezza di certi compositori, per cui pur nelle loro opere giovanili – all’apparenza convenzionali – si insinua il germe della novità, della diversità da tutti gli altri.
Qualcosa che è invece mancato – senza che questo abbia un giudizio qualitativo sulla singola opera, quanto piuttosto sull’insieme delle opere in una determinata epoca – a Frank Bridge e a William Walton.
Il primo, di una generazione più anziano rispetto a Walton, compose la Fantasia in fa diesis minore pure nella fase giovanile della propria carriera, quella che (prima degli scombussolamenti esistenziali e poetici dovuti alla Prima Guerra Mondiale) si caratterizzò per una scrittura tonale dalla serena dignità.
Il secondo, infine, compose il Quartetto in re minore appena diciassettenne e prima ancora di aver adottato la via musicale come scelta professionale definitiva. Ne risultò quindi una partitura decisamente fresca con spunti di particolare interesse nella tessitura ritmica e nel saltuario uso enfatico di accordi non-tonali.
Nora Chastain · violino
Nata in California, ha studiato al Cincinnati Conservatory e alla Juilliard School di New York. Ha completato la sua educazione artistica in Europa da Yehudi Menuhin, Sandor Vegh, Alberto Lysy e Ana Chumachenko. A 16 anni ha debuttato a Berlino con il concerto per violino di Samuel Barber esibendosi poi come solista con molte rinomate orchestre e in varie formazioni da camera.
Premiata in parecchi concorsi internazionali è titolare di una cattedra presso la Hochschule für Musik di Zurigo e presso la Universität der Künste di Berlino.
Tiene regolarmente corsi di perfezionamento e partecipa a diverse giurie internazionali per violino.
Silvia Simionescu · viola
Nata a Bucarest si è diplomata presso il conservatorio della propria città entrando a far parte nel 1993 della Camerata Lysy e della International Menuhin Music Academy, collaborando con Alberto Lysy e Yehudi Menuhin in quanto violinista e violista. È risultata vincitrice in importanti concorsi in diversi continenti e ha condotto una ricca carriera cameristica, distintasi sia in ambito concertistico che discografico.
Troels Svane · violoncello
Nato in Danimarca si è formato con David Geringas perfezionandosi successivamente con György Ligeti, Yo-Yo Ma, Mstislav Rostropovich e Paul Tortelier. È stato premiato in numerosi concorsi internazionali e come primo violoncello solista ha collaborato con la Filarmonica di Copenhaghen e con le maggiori orchestre europee. Ha registrato più di trenta dischi di repertorio solistico e cameristico. È professore presso le università musicali di Lubecca e di Berlino.
Friedemann Rieger · pianoforte
Formatosi in Germania ha svolto una notevole attività concertistica su scala internazionale e ha registrato più di venti dischi comprendenti opere solistiche e musica da camera appartenenti a tutti gli stili. Ha inoltre ottenuto premi in numerosi concorsi (Clara Haskil, Deutscher Musikrat, Premio Vittorio Gui ecc.).
È professore di pianoforte e musica da camera presso le scuole universitarie di musica di Stoccarda e di Zurigo/Winterthur.
Programma
Frank Bridge 1879 – 1941
Fantasia in fa diesis minore per quartetto con pianoforte, H.55
William Walton 1902 – 1983
Quartetto con pianoforte in re minore
Allegramente
Allegro scherzando
Andante tranquillo
Allegro molto
Johannes Brahms 1833 – 1897
Quartetto con pianoforte n. 1 in sol minore, op.25
Allegro
Intermezzo. Allegro ma non troppo
Andante con moto
Rondo alla Zingarese: Presto