Perché mai dovrebbe essere in maggiore, la Seconda sonata per violino e pianoforte in sol di Edvard Grieg? Pochi sommessi accordi di pianoforte, interrotti da un lampo rapso-dico del violino e poi ancora pianoforte solo: ecco l’inizio del primo movimento. Ovviamente tutto in minore. Poi improvvisamente la transizione verso una soave melodia al violino accompagnata semplicemente dal pianoforte finalmente in maggiore, ma poi di nuovo il ritorno in minore. Un’architettura a dir poco inconsueta, per una sonata violino-pianoforte. Ma è anche per questa libertà che a Grieg – proprio a partire dalle opere scritte nel periodo della Seconda sonata – venne riconosciuto uno stile formalmente assai libero, tutto concentrato nella resa evocativa, espressiva e poetica delle sue opere.
Espressività e poetica, dunque. Ma la musica da camera nel corso dei secoli si è trovata a dover rispondere a necessità non solo creative, non solo artistiche, non solo «alte». Anche a richieste «basse» che provenivano da funzioni sociali necessarie. Come quelle dei dilettanti che richiedevano musica da poter suonare per divertimento tra amici. E furono soprattutto loro (accanto all’editore che normalmente li soddisfaceva) ad infastidirsi quando Wolfgang Amadeus Mozart diede alle stampe il Quartetto n. 1 in sol minore, KV 478 per pianoforte, violino, viola e violoncello: una musica da camera insolitamente difficile, che presupponeva da parte del pianista attegiamenti e doti quasi da solista, e dagli archi l’abilità orchestrale del saper accompagnare così come – a tratti – dell’emanciparsi in veste di solo.
Nessuno ebbe invece nulla da eccepire quando si cominciò a diffondere il Quintetto per pianoforte in mi bemolle maggiore di Robert Schumann, una delle poche opere che siano riuscite a combinare il quartetto d’archi al pianoforte in una magistrale sublimazione di romanticismo. O meglio, qualcuno ebbe da eccepire: un tale Hector Berlioz che ritenendo l’opera «fredda e indifferente» riuscì a mandare su tutte le furie Clara Schumann, consorte dell’autore e dedicataria dalla partitura.
Ma cosa può mai essere una critica di Berlioz di fronte a una sperticata lode da parte di Richard Wagner? «Il vostro Quintetto, mio carissimo Schumann, mi è tanto piaciuto al punto di pregare la vostra cara sposa di suonarlo due volte. Vedo qual è il cammino che volete seguire, e vi assicuro che si tratta del medesimo mio, verso il luogo dove sussiste l’unica possibilità di salvezza: il bello».
Ambra e Fiona Albek · violino e viola · pianoforte
Ambra, al violino e alla viola, è stata allieva di Tamás Major, Alberto Lysy e Igor Karsko. Ha ottenuto il perfezionamento in violino con Rudolf Koelman e in viola con Wendy Champney presso la scuola universitaria di Zurigo/Winterthur, perfezionandosi anche con Nora Chastain, Friedemann Rieger ed il quartetto Carmina.
Fiona, al pianoforte, si è diplomata con Nora Doallo a Lugano e in seguito si è perfezionata con Friedemann Rieger a Zurigo/Winterthur.
Come Duo le sorelle Albek hanno conseguito a Imola il master in musica da camera sotto la guida di Pier Narciso Masi.
Si sono inoltre esibite come soliste o in gruppi da camera per manifestazioni e festival musicali in Europa, Stati Uniti e Australia.
A loro è stato dedicato da William Perry il concerto Gemini per duo e orchestra, la cui prima esecuzione si è tenuta a Greenfield (Massachussets, USA) sotto la direzione di Paul Phillips, poi registrato per Naxos con la RTE National Symphony Orchestra di Dublino.
Barbara Ciannamea · violino
Iniziato a sei anni lo studio del violino si è subito affermata come talento prodigioso.
Ha studiato con Tamás Major e si è poi perfezionata con maestri quali Franco Gulli, Ruggiero Ricci, Elizaveta Gilels e Salvatore Accardo. È risultata vincitrice in oltre tredici importanti concorsi internazionali, condu-cendo una ricca attività concertistica su scala continentale. È violino sostituto prima parte nell’OSI.
Gianluca Febo · violino
Diplomatosi con eccellenti risultati presso il conservatorio de L’Aquila si è perfezionato con Piero Farulli, Norbert Brainin, Franco Gulli e Rudolf Baumgartner ottenendo il diploma di concertista presso la Musikhochschule di Lucerna. È violino di spalla presso i Lucerne Festival Strings ed insegna violino al Conservatorio di Como. È stato violino di spalla presso il Teatro Verdi di Trieste ed il Maggio Musicale Fiorentino. Da qualche anno alterna con successo l’attività violinistica a quella direttoriale.
Claude Hauri · violoncello
Compiuti gli studi di violoncello a Lugano, Fiesole e Winterthur si è impegnato in una carriera concertistica internazionale come primo violoncello in importanti gruppi musicali ed esibendosi in prestigiose sale e rassegne quali Progetto Martha Argerich, Nuova Consonanza, Festa musicale svizzera, National Academy Melbourne, Biennale di Venezia, Unione Musicale di Torino e Fundación Kinor di Buenos Aires.
Programma
Edvard Grieg 1843 – 1907
Sonata per violino e pianoforte n. 2 in sol maggiore, op. 13
Lento doloroso – Allegro vivace
Allegretto tranquillo
Allegro animato
Wolfgang Amadeus Mozart 1756 – 1791
Quartetto n. 1 in sol minore, KV 478 per pianoforte, violino, viola e violoncello
Allegro
Andante
Rondo: Allegro moderato
Robert Schumann 1810 – 1856
Quintetto per pianoforte in mi bemolle maggiore, op. 44
Allegro brillante
In modo d’una Marcia. Un poco largamente
Scherzo: Molto vivace
Allegro ma non troppo