«A cappella» è un modo di cantare che ha per caratteristica il non appoggiarsi – in nessuna sua parte – all’utilizzo di strumenti.
È l’espressione della voce nella sua più totale purezza, nella sua più sconcertante immediatezza. Non a caso nell’indicare l’inizio cronologico del canto a cappella, non si esita a collocarlo tra le primissime attività dell’uomo, tra i primordi del suo vivere culturale. Storicamente se ne individuano poi precise evoluzioni, dal canto gregoriano alla più intricata polifonia cinquecentesca fino alla musica contemporanea.
Chiaramente nel corso dei secoli i mezzi poetici a disposizione del coro a cappella sono cambiati in modo radicale, e proprio grazie alle esperienze delle musiche contemporanee (avanguardiste o meno) l’utilizzo della voce ha recentemente raggiunto potenzialità tecniche paragonabili a quelle degli strumenti veri e propri.
Un filone di ricerca – quello classico-contemporaneo – che nell’incontro con la musica jazz, rock e pop ha infine dato frutti decisamente sorprendenti, con la voce che è diventata percussione, chitarra elettrica o tromba e che si è potuta indistintamente occupare di melodia, armonia, ritmo, contrappunto ed effettistica.
Malgrado tutti questi incroci di generi e queste contaminazioni di tecniche, il canto a cappella ha però mantenuto una sua identità, una sua innegabile essenza. Per cui se anche un gruppo come i Maybe6ix sceglie di interpretare un repertorio legato alla canzone di stampo pop – italiana ed internazionale – quello che emerge dal loro canto, dalle polifonie così come dalle linee vocali singole, è la sintesi senza strappi né eccessi di una tradizione millenaria che sulla voce costruisce il proprio universo di senso.
Benvengano così le personalissime riletture di brani dal grande cantautorato (La cura di Franco Battiato e Giudizi universali di Samuele Bersani), dal rock partenopeo (Io per lei di Pino Daniele), dal pop da hit parade (Baila Morena di Zucchero, Iris di Biagio Antonacci e Infinito di Raf) e dai più grandi successi internazionali di sempre (Message in a bottle di Sting con i Police e Man in the Mirror di Michael Jackson).
Tony Guerrieri
Dopo l’iniziale attività radiofonica nel nativo Abruzzo si è presto spostato nei centri nevralgici della musica italiana e in situazioni più propriamente canore. Numerose sono le sue collaborazioni con la RAI – come per la fortunata trasmissione «Viva Radio Due» – e con alcune delle più importanti istituzioni pop (Pooh, Festival di Sanremo).
Krishna Nagaraja
Violinista e violista in svariati gruppi di musica antica e classica ha sviluppato negli anni un grande interesse per le musiche tradizionali nordeuropee. Iniziato a cantare quasi per gioco, in poco tempo si è trovato a far parte di cori sinfonici e cameristici, approfondendo inoltre usi «non convenzionali» della voce (canto armonico, percussione vocale) e studiando composizione e direzione corale.
Fausto Caravati
Dopo una formazione strumentale classica è stato folgorato dall’incontro con il canto corale, dedicandosi quindi completamente alla coralità pop e jazz. A lui si deve gran parte di quanto accade in Italia nella musica a cappella: sua è l’idea di fondare Solevoci, associazione unica nel suo genere che organizza festivals, seminari, concorsi e produzioni discografiche in Italia e all’estero.
Luca Giugno
Dedicatosi fin da giovanissimo alla chitarra, ha studiato e lavorato con i più grandi nomi del panorama jazz italiano, dedicandosi inoltre a blues, pop e didattica. Come conseguenza di una grande passione per il canto ha scoperto una propria naturale facilità e agilità nel falsetto che lo ha portato a collaborare con molti ensembles di musica madrigalistica e barocca.
Alessandro Cadario
Violinista, compositore, arrangiatore, direttore di cori e orchestre, cantante e instancabile promotore della musica corale ha collaborato con Carl Anderson, la PFM e ricevuto commissioni dal Lincoln Centre di New York. Da anni si dedica inoltre alla formazione e direzione di cori scolastici nei licei.
Tommaso Ferrandina
Ha fatto parte di quartetti e sestetti vocali e ha cantato come vocalist con artisti del calibro di Anna Oxa. Nell’ambito dell’improvvisazione jazz ha studiato con musicisti quali Laura Fedele e Tito Mangialajo. Per diversi anni ha inoltre coltivato la sua passione per il teatro musicale lavorando in una compagnia stabile.
Programma
Pino Daniele
Io per lei
Giuliano Sangiorgi
Estate
Giuliano Sangiorgi
Ogni mio istante
Raf
Infinito
Zucchero
Baila Morena
Lenny Kravitz
Fly away
Sting
Message in a bottle
Michael Jackson
Man in the Mirror
Franco Battiato
La Cura
Biagio Antonacci
Iris
Elisa
Qualcosa che non c’è
Samuele Bersani
Giudizi universali
Daniele Silvestri
Le cose in comune
Mauro Malavasi
Oceano