La Polonaise è stata una delle prime forme musicali ad essere impiegata con un intento politico e rivendicativo. Non da subito, però: già prima di Chopin esistevano infatti delle Polonaises, anche se più che altro si trattava di musiche collegate per ritmi o melodie alle danze popolari polacche. Dopo la Rivolta di Novembre – che si consumò tra il 1830 e il 1831 e che vide i russi soffocare nel sangue le aspirazioni indipendentiste dei cittadini di Varsavia – per Chopin il titolo Polonaise venne a significare ben altro: un accorato ricordo della patria ormai lontana e un commovente anelito alla libertà.
Altro esempio di musica impegnata, con un chiaro intento politico e sociale, è stata la Gebrauchmusik che ha visto come protagonista Paul Hindemith. Seguendo una linea di pensiero che partiva da Bertolt Brecht Hindemith scrisse infatti, a cavallo degli anni Venti, una serie di musiche che avevano nell’uso – e non solo in un’astratta estetica – la loro funzione principale. Musica per essere suonata da un’ampia parte della società e non solo da un’élite di virtuosi, un po’ come la Sonata per violoncello solo. Ma, oltre alla libertà poetica, nella vita di Hindemith anche la libertà reale venne messa in discussione. Soprattutto a partire dal momento in cui il regime nazista dichiarò la sua opera «arte degenerata». L’unica possibile risposta a questo attacco fu la fuga negli Stati Uniti.
Meno bene andò ad Olivier Messiaen che nel 1940, durante l’invasione tedesca della Francia, venne fatto prigioniero e deportato nello Stalag VIII-A presso Görlitz. Tra i compagni prigionieri trovò altri tre musicisti e, con il beneplacito del comandante del campo, diede vita a una delle pagine più intense della musica da camera novecentesca: quel Quatuor pour la fin du temps, il cui quinto movimento Louange à l’Éternité de Jésus sembra sublimare luogo e tempo in un’ode all’infinito.
Ancor più drammatica è stata la vicenda di Ilse Weber. Poetessa e autrice per l’infanzia di origine ebraica, nel 1942 fu internata a Theresienstadt dove – infermiera senza medicine – scrisse molte canzoni per i suoi giovanissimi pazienti. Volontariamente si fece poi deportare ad Auschwitz per non separarsi dal marito: appena scesi dal treno, per lei e suo figlio la destinazione fu la camera a gas.
Sul finire di un secolo di orrori per l’occidente e la sua cultura non poteva però che levarsi anche un grido di speranza, una canzone per la libertà. Ed è proprio quella che nel 1974 Astor Piazzolla scrisse a cavallo delle sue esperienze acustiche ed elettrificate, di quelle colte e di quelle popolari: Libertango.
Elisabeth Gillming
Formatasi a Strasburgo e Ginevra si è perfezionata in canto a Lugano con Luisa Castellani. Parallelamente ha anche ottenuto un master in musicologia presso l’Università di Oxford. Ha portato in scena opere di Mozart, Schönberg, Susa e Berg ed effettuato registrazioni per Radio France e RSI. Attualmente fa parte del coro del Grand Théâtre di Ginevra, dove ha cantato come solista nel Freischütz di Weber sotto la guida di John Nelson.
Claudio Farinone
Diplomatosi in chitarra a Bologna è risultato vincitore in concorsi nazionali ed interna-
zionali. Ha suonato in vari paesi europei ed in Argentina con Tanguediaduo, Aries4, Quartetto Torres, Paolo Damiani e con l’attore David Riondino. Ha pubblicato diversi dischi tra cui due lavori monografici dedicati ad Astor Piazzolla e si esibisce anche in contesti di improvvisazione, suonando una particolare chitarra ad otto corde. È voce della RSI – Rete Due.
Redjan Teqja
Nato nel 1983 a Tirana ha iniziato giovanissimo lo studio del pianoforte, debuttando a 17 anni con l’Orchestra della Radiotelevisione albanese. Trasferitosi in Svizzera si è perfezionato con Nora Doallo, Till Engel e Nelson Goerner. È vincitore di diversi concorsi internazionali e assegnatario di prestigiose borse di studio. Si è esibito con successo in numerosi concerti in Albania, Italia e Svizzera.
Claude Hauri
Compiuti gli studi di violoncello a Lugano, Fiesole e Winterthur si è impegnato in una carriera concertistica internazionale come primo violoncello in importanti gruppi musicali ed esibendosi in prestigiose sale e rassegne quali Progetto Martha Argerich, Nuova Consonanza, Festa musicale svizzera, National Academy Melbourne, Biennale di Venezia, Unione Musicale di Torino e Fundación Kinor di Buenos Aires.
Claudio Moneta
Attore e doppiatore italiano, è stato protagonista in importanti produzioni teatrali, televisive e radiofoniche tra Italia e Svizzera. In ambito musicale ha collaborato con Diego Fasolis, Marc Andreae, Franco Cesarini, l’Accademia del Teatro alla Scala e il Conservatorio della Svizzera italiana.
Programma
Fryderyk Chopin 1810–1849
Polacca in la bemolle maggiore «Eroica», op. 53
Olivier Messiaen 1908–1992
da Quatuor pour la fin du temps
Louange à l’Éternité de Jésus, per violoncello e pianoforte
Ilse Weber 1903–1944
Lieder per voce e strumenti
Ich wandre durch Theresienstadt
Wiegenlied
Denn alles wird gut
Und der Regen rinnt
Wiegela
Paul Hindemith 1895–1963
Sonata per violoncello solo, op. 25 n. 3
1. Lebhaft, sehr markiert
2. Mäßig schnell, gemächlich
3. Langsam
4. Lebhafte Viertel
5. Mäßig schnell
Astor Piazzolla 1921–1992
Libertango