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Dall’Aconcagua all’Etna

Lunedì 14 settembre 2009


La bottega artistica Lahoz

La severa separazione tra colto e popolare sembrerebbe essere un fenomeno prevalentemente europeo e novecentesco. Al punto che chi, nel secolo appena concluso, ascoltava o faceva musica colta ben doveva guardarsi dalle contaminazioni col popolare; pena la perdita di serietà e di credibilità. 
E, al contrario, chi veniva dal popolare rinunciava in partenza a qualsiasi aspirazione di «cultura» o di riconoscimento alto.
Ma nei secoli precedenti non era stato così: i compositori fino al termine dell’Ottocento avevano anzi fatto a gara nell’inserire temi popolari e da tutti riconoscibili nelle proprie opere, anche in quelle profondamente colte.
E nemmeno al di fuori dell’Europa il colto è mai stato perentoriamente separato dal popolare. Nel Novecento sudamericano, per esempio, non c’è mai stato un aut aut per schierare e riconoscere i musicisti. 
Dimostrazione ne è quasi tutta la musica prodotta dai compositori «colti», che nel popolare hanno pescato a piene mani.

L’esempio più lampante è quello di Heitor Villa-Lobos che, fin dal titolo della sua più celebre raccolta Bachianas Brasileiras, rende chiara la commistione tra classico (Bach) e folclore brasiliano.

Anche Alberto Ginastera, tra i massimi autori argentini, ha da sempre integrato nella propria scrittura elementi della cultura musicale popolare, in un contesto tecnico-compositivo però pienamente colto e di stampo europeo.

Astor Piazzolla è infine l’autore più di confine tra le due sfere dell’espressione musicale qui contrapposte. Tanto che la sua personale visione del tango gli è valsa la piena integrazione nel contesto classico europeo pur mantenendo intatta la forza espressiva di una musica «che viene dal basso».
Classicità europea che però non è stata elargita ad altri due giganti del tango, forse ancora troppo «popolari»: Angel Gregorio Viloldo e Gerardo Matos Rodríguez. E chi se ne importa, verrebbe quasi da dire, visto che l’immortalità di certe loro melodie li ha affermati nella classicità e nella cultura per tutto il resto del mondo!


Rodolfo Lahoz · chitarra

Chitarrista e direttore di coro è nato a Mendoza, Argentina. Scoperta la sua vocazione per la musica si è formato in ambito classico raccogliendo diversi successi in patria per poi trasferirsi in Europa, dove da diverso tempo prosegue la propria attività creativa, fortemente influenzata dalla sua terra d’origine.


Emmanuel Lahoz · arpa

Nato a Bordeaux ha iniziato giovanissimo a cantare e a 7 anni lo studio dell’arpa.
Strumento che ha approfondito con i maggiori didatti internazionali (alla Musikhochschule di Zurigo e diplomandosi alla Musik-Akademie di Basilea), iniziando una brillante carriera concertistica, particolarmente attenta alla musica dei giorni nostri.


Maria Luisa Macellaro La Franca-Lahoz · pianoforte

Pianista e compositrice palermitana ha studiato dapprima nella città natale, diplomandosi al conservatorio «V. Bel­lini», succes­sivamente alla Musik­hoch­schule di Zurigo e infine all’Ecole Normale «A. Cortot» di Parigi. Numerosi e impor­tanti i riconoscimenti ricevuti, che le hanno aperto le porte di una brillante carriera concertistica.


Luis Marcel Cassorla · strumenti andini · canto

Musicista cileno è un esperto dello strumentario andino (flauti vari, quena, siku, charango, percussioni e voce). Dopo aver trascorso alcuni anni in Argentina si è stabilito in Francia, dove regolarmente si esibisce in concerto, spesso assieme a Rodolfo Lahoz.


Anne d’Aressy · pittrice sur scène · canto

Pittrice appassionata di disegno e dei materiali dell’arte (pigmenti, lino, cotone, seta) dirige la propria forza creativa verso temi strettamen­te legati all’umano (amore, sogno, relazione, famiglia, maternità) proponendoli sia in con­testi pittorici che in spettacoli multi­media­li. Dipingerà anche il 14.9 sulla scena mentre suoneranno i musicisti.


Programma

D. Sanchez 1955
Despierta el Alba

Peteco Carbajal 1956
Vienen los Pajaros

 Tradizionale
La Nochera

E. Lahoz e M. L. Macellaro La Franca
Arrangiamento 
Medley d’opéras italiens

A. Ginastera 1916–1983
3 danses Argentines

H. Villa-Lobos 1887–1959
Prélude 

A. Piazzolla, 1921–1992
Adios Nonino

A. Viloldo, 1861–1919
Choclo

G. Matos Rodriguez 1897–1948
Cumparsita

L. Cassorla, 1969
Paysage andin

M. L. Macellaro La Franca
Quando ero Bambino
La strada si può ritrovare

Quilapayun, Gruppo musicale
Mi Patria
La Muralla