Carmina Quartett


Quartetto Carmina

La musica da camera è uno dei generi più importanti di tutta la storia musicale: nemmeno si possono contare le pagine scritte per formazioni che vanno dal duo al settimino, per non parlare di quelle per strumento solo. È però altrettanto vero che la musica da camera stenta oggi a trovare la possibilità di mettere in atto il proprio grande potenziale di sentimenti, stili, contenuti e linguaggi accu­mu­lati in tre secoli di produzione musicale.

Tale mancanza è dovuta sostanzialmente a due elementi: il bisogno di un luogo adeguato in cui proporre la musica (né troppo grande né troppo piccolo, ma dalla buona acustica) e la necessaria continuità nella proposta concertistica.

È quindi da accogliere come un importante elemento culturale la nuova stagione che si inaugura alla Sala Boccadoro, spazio da poco resosi disponibile accanto al Museo Hermann Hesse. A maggior ragione perché i concerti programmati porteranno sulla Collina d’Oro musicisti di prim’ordine in ambito cameristico a livello internazionale.

Prova ne sia l’inaugurazione con il Quartetto Carmina: quello che il Financial Times ha indicato come «il quartetto d’archi più rilevante del nostro tempo», quello che ha effettuato registrazioni per le più grandi etichette discografiche, quello che è stato insignito dei più importanti riconoscimenti della critica (Gramophone Award, Diapason d’Or).

Il programma che i quattro musicisti presenteranno in concerto si configura come assai equilibrato: due brani dal repertorio classico per quartetto d’archi inframmezzati da un’opera dei giorni nostri.

Il Quartetto d’archi in re maggiore op. 76, N. 5 di Joseph Haydn è famoso per la particolarità di avere un movimento lento, il secondo Largo cantabile e mesto, dalla durata imponente (si pensi che dura più delle altre tre parti messe assieme) e dall’intensità emotiva assolutamente straordinaria. «Nemmeno Bach e Beethoven hanno inventato degli Adagio più profondi, più religiosi, più fantastici» ebbe a dire il grande violinista Joseph Joachim. E ancora, tramandano le cronache, il padre di Felix Mendelssohn non poteva fare a meno di mettersi a piangere ogni volta che si giungeva alle ultime battute del brano.

Famiglia Mendelssohn pure toccata, anzi pienamente coinvolta, nella genesi del Quartetto d’archi in fa minore op. 80 che Felix scrisse al culmine di una crisi personale aggravata dalla morte della sorella Fanny. È un’opera sublime piena di sofferenza, piuttosto lontana dal carattere sereno della persona e delle altre opere di Mendelssohn.

Dello zurighese, ma americano d’adozione, Daniel Schnyder si ascolterà il Quartetto d’archi N. 3 «Sunrise and Sunset» nel quale saranno rintracciabili le variegate influenze musicali di cui la personalità dell’autore da sempre si compone: jazz, musica etnica e tradizione classica europea.

Quartetto Carmina

Una grande intensità musicale, spontanea perfezione e attivo interesse per tener fede allo stile dell’opera. Queste sono le doti che caratterizzano il Carmina Quartett, fondato in Svizzera nel 1984. Grazie ai prestigiosi successi ottenuti in diversi concorsi internazionali e ad una ricchissima attività concertistica il quartetto ha raccolto consensi unanimi presso pubblico e critica a livello globale (basti pensare che il Financial Times l’ha indicato come il quartetto d’archi più rilevante del nostro tempo).

Tra i loro mentori vanno citati i quartetti Amadeus e La Salle, Sándor Végh e Nikolaus Harnoncourt. In particolare la collaborazione con quest’ultimo musicista è rilevante indice dell’attenzione storica e filologica con cui il quartetto Carmina interpreta, in modo sempre vivo e privo di dogmi, i brani del proprio vasto repertorio.

Oltre all’estesa letteratura per quartetto d’archi, che comprende pezzi di tutte le epoche e anche di rara esecuzione, il quartetto suona infatti spesso anche in forma­zione «allargata», con musicisti quali Mitsuko Uchida, Elisabeth Leonskaja, Andreas Häfliger, Emanuel Pahud, Truls Mørk, Wolfgang Meyer, Antonio Meneses, Veronika Hagen, Olaf Bär, Noëmi Nadelmann e Wolfgang Holzmair.

Le registrazioni del Quartetto Carmina apparse presso Denon sono state distinte da prestigiosi premi quali il Gramophone Award, il Diapason d’Or, il premio della critica discografica tedesca, fino ad essere nominate ai Grammy Award.

Le più recenti registrazioni del Quartetto Carmina sono: i tre Quartetti d’archi di Mozart dedicati ad Haydn (2006, etichetta AVI Music), Quartetto d’archi N. 1 di Peter Mieg (2006, Musikszene Schweiz), Quintetti per clarinetto di Mozart e Reger con Wolfgang Meyer (2007, AVI Music), Quartetto d’archi N. 2 di Alfred Zimmerlin (2007, ECM).

È in corso di riedizione il doppio CD, ormai esaurito, con i quattro grandi quartetti d’archi di Schubert e in progetto c’è la registrazione per Denon dei Quartetti N. 1 e N. 2 di Bartok, come pure il quintetto per pianoforte di Schumann con la pianista Kyoko Tabe.

Come «quartetto in residence» trasmette la sua preziosa esperienza, l’inconfondibile e particolare musicalità alle future generazioni di musicisti presso la Musikhochschule di Zurigo/Winterthur.

 

Edizione | 2008

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