Appunti musicali
Ludwig van Beethoven
Sonata per pianoforte e violoncello – Do maggiore, Op. 102/1 (1815)
Il 12 aprile 1815 Beethoven scrisse da Vienna una lettera al suo amico Amenda: “Vivo quasi da solo in questa città, la più grande della Germania, perché sento di dover vivere lontano da tutte quelle persone che amo o potrei amare.”
Il compositore soffriva per il peggioramento della perdita dell’udito; si sentiva solo e frainteso. Per lui erano importanti le vecchie amicizie, come quella con la contessa Marie Erdödy, con la quale riprese contatto durante il 1815, dopo una lunga discordia durata per anni. Verso la fine del 1814 Beethoven scrisse nel suo diario: “34 bottiglie dalla contessa Erdödy,” questo fatto avrà contribuito a sciogliere il ghiaccio.
Da allora iniziò uno scambio di corrispondenza molto intenso: “Cara Contessa, ho letto con grande piacere la sua lettera come pure il rinnovo della sua amicizia nei miei confronti. È da molto tempo che desidero rivederla.”
La corrispondenza durò fino alla partenza della contessa nell’estate 1815. Beethoven le confidò le sue paure e i suoi dubbi. “Miserabile per molte ragioni, essendo più sensibile di tanti altri esseri umani e con il fastidio del mio udito, provo spesso dolore nel trattare con le persone.”
Con questi pensieri e la preoccupazione di suo fratello Karl, ammalato, trascorse l’anno 1815 senza comporre opere strumentali importanti. Con un’eccezione per le due sonate per violoncello op. 102. Queste le dedicò naturalmente alla contessa Erdödy.
Nella “Wiener Allgemeinen Musikalischen Zeitung” si trova una recensione, datata 1818, che riporta, quanto segue: “Queste due sonate per violoncello op. 102 sono sicuramente le più strane e insolite opere per pianoforte mai scritte prima. La composizione è talmente diversa, persino da come l’avrebbe scritta il maestro stesso.”
Beethoven amò ed elaborò le innovazioni che i costruttori strumentisti apportarono al fortepiano e le applicò in parte anche per il pianoforte; nello stesso tempo operò un cambiamento d’immagine al violoncello, facendolo agire come un basso continuo con lo strumento ad arco solistico.
Helmut Schmidinger (1969*)
SUB ROSA – Due canzoni senza parole su poesie di Johann Wolfgang von Goethe per
violoncello e pianoforte (2011/2012)
Come ispirazione per la composizione di questo duo, che ho scritto su invito di Anna Magdalena Kokits e Alexander Gebert, mi sono servite due poesie di Johann Wolfgang von Goethe, il cui accostamento m’interessava da un po’ di tempo: la violetta e la rosellina selvatica. Goethe,
scegliendo il tema dei “fiori”, voleva comunicare alcuni aspetti legati ai contenuti trasmessi “attraverso i fiori”. La frase “sub rosa” (latino sotto una rosa), che significa “detto tra noi”, mi sembrava dunque un titolo adatto.
Il campo conflittuale di paralleli strutturali di vasta portata, da un lato, e le differenze di contenuto, dall'altro, mi hanno offerto una fonte per il mio materiale di base composizionale, che ho assimilato molto vicino al testo.
Nel corso del lavoro, la musica è diventata sempre più autonoma sui testi, andando nella direzione di “canzoni senza parole”.
Johannes Brahms (1833-1897)
Sonata N. 2 in Fa maggiore, Op. 99 (1886) per violoncello e pianoforte
Brahms, soprattutto nelle due sonate per violoncello, dimostra di riconoscersi un successore di Beethoven. Già nell’anno 1860 si era occupato intensamente di Beethoven e prese contatto con Gustav Nottenbohm, allora considerato il più noto ricercatore su Beethoven. Si nota la sua influenza nella composizione delle due opere. Dopo le due sonate di Beethoven, i violoncellisti includono nel loro repertorio, come tesori, le due sonate per violoncello di Brahms.
La seconda sonata per violoncello di Brahms è nata durante l’estate di musica da camera (Kammermusiksommer) nel 1886 al Lago di Thun in Svizzera ed è considerata la risposta tardiva del maestro alla sua sonata melanconica in Mi min. scritta da giovane compositore a Bad Münster am Stein nel Nahetal.
Questa sonata pare sia dedicata al giurista e cellista dilettante Josef Gänsbacher. Brahms
si trovava allora, davanti ad uno dei più straordinari violoncellisti del suo tempo: Robert Hausmann, violoncellista dello Joachim Quartett, un grande personaggio con un potente suono sul violoncello, che da tempo sperava in una composizione per violoncello di Brahms.
La sonata inizia nel primo movimento in modo concertante e potente, per esplorare in seguito le più sottili transizioni motivazionali nel dialogo degli strumenti nel Andante successivo.
L’Adagio inizia poi con un pizzicato nella posizione bassa, come “un basso continuo” il cui timbro “affettuoso” si manifesta già nella piccola nota cromatica iniziale. Il risultato è un dialogo meravigliosamente animato tra violoncello e pianoforte.
Il seguente Allegro passionato ha la funzione di scherzo “fantastico”, condotto attraverso un continuo movimento di terzine, che permane con coerenza anche nel Trio, dove s’impone una lunga e sinuosa melodia del violoncello. Il finale, il movimento più snello, è un rondò dalla scansione canonica (ABACABA), guidato da un refrain di ispirazione popolare, gioviale e spigliato, si allaccia con coerenza all’impostazione del tempo iniziale.
L’Allegro molto conclusivo si presenta come un rondò e la sua esuberanza fresca e gioiosa è in contrasto con lo spirito dei tre tempi precedenti; nell’opinione di un biografo brahmsiano la frase melodica principale ricorda una vecchia canzone studentesca di terra germanica.
Fratelli Guschlbauer
Da parecchi anni i giovani fratelli austriaci Guschlbauer suonano insieme; si distinguono per la grande armonia che spicca nel loro far musica. Si sono esibiti nell’ambito delle settimane musicali di Vienna, nella Kulturszene di Kottingbrunn, nel Musiksommer dell’Austria inferiore, a Milano, nel Stadtmuseum Wr. Neustadt, Baden, in vari castelli e, nel 2018, ottennero il premio del concorso di musica da camera “On Stage” in Italia.
Nel 2019 il duo ha tenuto dei concerti a Praga, Washington DC, New York, Nassau, nel Festival Quincena Musical de San Sebastian, in Svizzera e in diversi Bundesländer dell’Austria.
Marilies Guschlbauer · violoncello
Ha iniziato presto con lo studio del violoncello continuando a prendere lezioni presso Clemens Hagen al Mozarteum di Salisburgo.
Ha concluso gli studi con distinzione. Nel frattempo si esibisce da solista e in vari ensemble, nei Festival internazionali quali Mecklenburg-Vorpommern, Verbier, City of London, Holland Music Sessions, Fränkische Musiktage, alla Biennale per violoncello di Amsterdam, nella Sala concerti della Città Proibita di Pechino, presso la EXPO di Shanghai, al Wiener Musikverein e al Konzerthaus.
Nikolaus Guschlbauer · pianoforte
A 5 anni scopre il pianoforte. Studia presso l’Università di musica a Vienna, al Conservatorio Haydn di Eisenstadt e alla Scuola Universitaria di musica di Bratislava. Nel 2009 vince la selezione musicale del Ciclo “Musica Juventutis” per un debutto nel Schubertsaal della Casa dei Concerti di Vienna. Nel 2011 partecipa all’European Piano Project con concerti a Cracovia, Varsavia, in Macedonia e Montenegro. Inoltre ha avuto l’opportunità di esibirsi nel Castello Lockenhaus, nel centro lisztiano Raiding e nel Castello Esterhazy ad Eisenstadt.
Programma
Ludwig van Beethoven 1770-1827
Sonata N. 4 in Do magg., Op. 102, N. 1
Andante
Allegro vivace
Adagio - Tempo d’andante
Allegro vivace
H. Schmidinger 1969*
sub rosa (2011/12)
Das Veilchen (La violetta)
Das Heidenröslein (La rosa selvatica)
Johannes Brahms (1833-1897)
Sonata N. 2 in Fa magg., Op. 99 per violoncello e pianoforte
Allegro vivace
Allegro affettuoso
Allegro passionato
Allegro molto