Malinconia: una suggestione
La malinconia ha in sé un carattere ambivalente: volge il capo da un lato verso la distruttività, fino a vagheggiare o ideare l’annientamento stesso del malinconico, ma dall’altro, il ritiro dal mondo, l’isolamento, consentono al malinconico di convogliare lo sguardo verso le fonti più remote della creatività.
Tale costante oscillazione richiama il profondo legame tra la terra e il cielo: nell’antica Grecia l’eccesso di bile nera causava la malinconia e tale squilibrio, che portava al persistere di questo stato d’animo, era associato al clima freddo e secco, all’autunno, alla terra. Ma altrettanto credito aveva l’idea che il malinconico fosse dominato dall’influsso del pianeta Saturno e dovesse la sua genialità al sacro spirito che toccava e pervadeva la sua stessa persona.
Ma il cuore della malinconia è Eros, il desiderio d’amore e di bellezza. Da qui il Cristianesimo coglie lo spunto per intenderla come la tensione all’ascesi mistica verso Dio, amore e bellezza assoluta. La malinconia pare essere il prezzo della nascita dell’eterno nell’uomo, nel paragone con la vanità del tutto.
L’uomo è un confine e sperimenta il mistero di una vita di confine, non è decisamente di là o di qua, vive nella terra mediana dell’inquietudine, dove riconosciamo anche la nostra inquietudine.
Pertanto il ritiro del malinconico, possibilmente, prelude a un esprimersi che si rende possibile trasformandosi nella voce di un dio che invade l’anima e spinge all’urgenza di una manifestazione artistica, detenendo l’arte l’eccellenza di ciò che trasforma l’usuale in straordinario.
L’oggetto perduto o vagheggiato che fonda la malinconia, diviene, nel contempo la fonte dell’ispirazione, si trasforma nel coraggio di trovare una forma, nella forza di dar voce a un’idea. Il divino che trova identità, luogo ed espressione nel mondo attraverso vie che mai si possono dare per scontate e prevedono la disponibilità alla meraviglia e all’integrazione di ogni «diversità» come principali chiavi d’accesso.
Il programma
E il trionfo del cross-over. Accanto a celebri pagine del repertorio classico, come il valzer in la minore op.34 n.2 e i preludi op 28 n.4 e n.13 di Chopin, l’intermezzo in la maggiore op.118 di Brahms, il preludio «Des pas sur la neige» di Debussy e la «Pavane» di Ravel, figurano miei arrangiamenti di brani appartenenti ai generi più diversi e mie composizioni.
Qualche esempio: All Blues di Miles Davis (da Kind of Blue) in apertura, While My Guitar Gently Weeps di George Harrison, Begin The Beguine di Cole Porter, Tempo Perdido di Leila Pinheiro (cantautrice brasiliana), My Wild Irish Rose di Keith Jarrett, Right Between The Eyes di Graham Nash. Particolarità non secondaria del concerto, che propone una sorta di excursus (non scientifico!) sulla musica occidentale, è che i brani, la cui sequenza privilegia i forti contrasti, sono tutti collegati da affinità tematiche, ritmiche o tonali, quasi a creare un unico grande affresco.
Casualmente (o forse no?) il programma si compone di 21 pezzi, come 21 grammi, che si dice sia il peso dell’anima; e l’obbiettivo dell’ideatore-compositore-arrangiatore-pianista é di commuovere, nel ricordarci quanto siamo fragili e divini al contempo, e riconoscendo, comunque, anche gli atteggiamenti meno lusinghieri che da tale consapevolezza possono scaturire, vale a dire: l’autocommiserazione e il narcisismo.
Alessandro Lucchetti · compositore · arrangiatore · pianoforte
Tra i fondatori della corrente denominata Neoromantica, è impegnato da anni nella ricerca sulla fusione dei generi e delle culture musicali (jazz, rock, musica orientale, afro-americana ecc.). Sue composizioni sono eseguite in varie importanti manifestazioni, festival e sedi concertistiche italiane e straniere come la Biennale di Venezia, il festival della WDR a Berlino e Colonia, il festival di Bath, il festival del Reno a Düsseldorf, l’Opera di Darmstadt, la Settimana di musica italiana di New York, la Settimana di musica contemporanea di Varsavia ed altre.
Ha ricevuto commissioni dalla Radio Svizzera, dalla RAI di Roma, dall’Orchestra di Winterthur, dalla Biennale di Venezia, ecc. Da un ventennio è presente sulla scena concertistica esibendosi nelle più prestigiose sedi italiane in duo pianistico con Pinuccia Giarmanà (con la quale ha inciso cinque CD) e in seguito con Antonio Ballista.
Nell’ultimo decennio ha prodotto numerose rielaborazioni delle musiche più diverse. Il concerto dal titolo Made in Italy (la canzone italiana anni 1910-1950) è stato portato in tournée in sud America e inciso su disco per la Bottega Discantico dall’ensemble Novecento e Oltre diretto da Antonio Ballista con lo stesso Lucchetti al pianoforte. Per la stessa formazione Lucchetti ha anche rielaborato tutte le opere di Puccini (tre delle quali sono contenute in un cd Discantica), il Trittico Romantico di Verdi, Pagliacci di Leoncavallo e Cavalleria Rusticana di Mascagni. Per pianoforte concertante e orchestra ha realizzato il concerto You’re the top (omaggio a Cole Porter) e Movie Charms (la magia del cinema attraverso la musica) .
Nel 2002 ha fondato l’ensemble Crossing Over (con Gianni Alberti ai saxofoni e clarinetto e Daniele Scaravelli al basso elettrico) una formazione eclettica il cui nome dichiara le scelte trans-generiche che informano le composizioni e gli arrangiamenti di Lucchetti.
Programma
Miles Davis
Kind of Blue
Frédéric Chopin
Valse in La min. Op. posth.
George Harrison
While my guitar gently weeps
AlessandroLucchetti
Carioca Rondo
Johannes Brahms
Intermezzo in La magg. Op. 118
Cole Porter
Begin the Beguine
Claude Debussy
Des pas sur la neige
G. Gershwin – K. Jarrett
I loves you Porgy
Alessandro Lucchetti
The Grey Veil
Keith Jarrett
My Wild Irish Rose
Stevie Wonder
Lately
Frédéric Chopin
Preludio in Fa# magg.
Paul McCartney
Junk
Alessandro Lucchetti
Blue Bossa-nova
Paddy McAloone
Desire As
Leila Pinheiro
Tempo Pentido
Steve Stills
Jesus Gave Love Away for Free
Maurice Ravel
Pavane pour une infante défunte
Graham Nash
Right Between the Eyes
Alessandro Lucchetti
A Melancholy and Visionary Knight
Frédéric Chopin
Preludio in mi min.