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Vecchio e nuovo tra arco e pizzico

Lunedì 19 ottobre 2009


Duo Zappa

È capitato di sentirle in molti modi (con clavicembalo, con pianoforte, con due violoncelli, con orchestra d’archi) ma accompagnate con chitarra è una primizia assoluta. D’altronde le Sei sonate di Vivaldi sono così: delle musiche aperte a più letture strumentali, come spesso succedeva nell’epoca del basso continuo, è com’è giusto succeda ancora oggi nelle interpretazioni di quella musica. Affinché si possano scoprire ad ogni ascolto nuove sfumature di senso e di effetto musicale, perché in quelle pagine di senso e di effetto ce n’è indubbiamente molto.

Ben consapevole ne era Johann Sebastian Bach che, ad Antonio Vivaldi, ha sempre guardato con ammirazione traendone anche spunto per trascrizioni o rielaborazioni. 

E forse anche Bach si potrebbe stupire oggi nel vedere eseguite l’una dopo l’altra tre «Correnti» dalle proprie celeberrime Suites per violoncello solo. Perché se può capitare di ascoltare le «Sarabande» o i «Preludi» suonati una tantum, quasi mai succede con le «Correnti»; brani certo virtuosistici ma strettamente legati al succedersi delle danze in una Suite. Dal loro insolito accostamento se ne potrà così assaporare il carattere molto diverso: la solarità quasi sbarazzina della prima, l’irrequieto tormento della seconda, l’eleganza pomposa della quarta.

Se sorpresa ci può essere nel vecchio, a maggior ragione ce ne dev’essere nel nuovo.

Un nuovo dal sapore esotico come quello di Radamés Gnattali. Tra i più importanti autori del Novecento brasiliano, nella sua musica ha realizzato una personalissima commistione tra neo-romanticismo, jazz e musica tradizionale del Brasile. Con una particolare predilezione per lo strumento-chitarra.

Un nuovo dal sapore mediterraneo è invece quello di Carlo Domeniconi, compositore cesenate che ha trovato prima in Berlino e poi in Istanbul delle patrie elettive. E proprio in relazione al lungo soggiorno turco è da mettere il suo pezzo più famoso, Koyunbaba, che nella cultura tracia affonda ispirazione e radici musicali.

Un nuovo nuovissimo, in conclusione, per l’anteprima svizzera di ouest, quest, ou est di Pietro Viviani. Si tratta di un trittico musicale che alterna parti in solo a parti in assieme, con la centralità di un movimento lento e riflessivo e la cornice di due movimenti spigliati e danzanti.


Mattia Zappa · violoncello

Violoncellista ticinese, si è fatto conoscere negli ultimi anni a livello internazionale come un eccellente solista e versatile camerista. Formatosi a Lugano, New York e Basilea con maestri quali Thomas Demenga e Harvey Shapiro ha condotto da subito una ricca attività concertistica e discografica.
Dal 2000 risiede a Lucerna ed è membro dell’Orchestra della Tonhalle di Zurigo e, dal 2007, viene chiamato come aggiunto dall’orchestra dei Berliner Philharmoniker. 
Di particolare rilievo è anche la sua attività cameristica in duo con il pianista Massimiliano Mainolfi e nel Goldberg Trio Lucerna.


Admir Doçi · chitarra

Nato nel 1982 a Tirana, Albania, ha iniziato gli studi musicali al liceo artistico della sua città natale diplomandosi poi a pieni voti presso la Musik­hoch­schule di Zurigo nella classe di Anders Miolin e perfezionandosi con maestri quali Oscar Ghiglia e David Russell. Si è esibito in rinomati festival e sale concertistiche come solista con orchestra, come camerista e in recital. Particolare attenzione ha dedicato al repertorio contemporaneo, eseguen­do in prima assoluta diversi brani spesso a lui dedicati.


Programma

«ouest, quest, ou est»
Con questo brano ho cercato di tradurre in musica la forma pittorica del trittico, in cui un’immagine principale è affiancata da due più piccole ai lati. La parte centrale del brano, che vede violoncello e chitarra cercare la propria strada attraverso un denso paesaggio armonico, è piuttosto lenta e riflessiva, mentre le altre due sono più spigliate e danzanti. I tre movimenti sono a loro volta «incorniciati» da brevi monologhi dei due strumenti.
L’idea del titolo mi è venuta riguardando una fotografia scattata nel cortile della Bibliothèque Nationale de France di Parigi, un complesso architettonico formato da quattro imponenti edifici a forma di libro aperto. Nella fotografia si distingue in lontananza la sagoma di una persona che si staglia sullo sfondo di uno dei quattro edifici; la testa della persona sembra disegnare un trattino sopra l’enorme «O» della scritta che indica la rampa d’accesso ovest: «OUEST» diventa così «QUEST» («ricerca», «aspirazione» in inglese).

Pietro Viviani, aprile 2009

Antonio Vivaldi 1678–1741
Sonata in mi minore per violoncello e basso continuo
Largo
Allegro
Siciliano
Allegro

Johann Sebastian Bach 1685–1750 
Tre Correnti (scelte dalle Suites 1./2./4. per violoncello solo)

Carlo Domeniconi 1947*
«Koyunbaba» per chitarra

Pietro Viviani, 1965*
«ouest, quest, ou est» (Prima Assoluta Svizzera della nuova composizione commissionata a Pietro Viviani dal Duo Zappa-Doçi con il sostegno della Fondazione Culturale Collina d’Oro)

Radamés Gnattali, 1906–1988
Sonata per violoncello e chitarra
Allegretto comodo
Adagio
Con spirito