2009-09-21-valzer.png

Un sogno di Valzer

Lunedì 21 settembre 2009


Un-due-tré, uuun-due-tré. Ecco il ritornello con cui i detrattori riassumono impietosamente l’intero mondo del valzer.

E se, per trovare un’altra perifrasi, il valzer fosse invece un profumo? Il profumo di un’epoca passata che in molti oggi definiscono belle, il profumo di una capitale d’impero che univa in sé il florido incontro di molte culture, il profumo di un età in cui le arti facevano a gara nel mostrarsi le più vive e vivaci, il profumo di una danza che – nata come ballo campagnolo – ha visto sublimate le proprie umili origini e che, per la prima volta nella storia, ha consentito ai ballerini di unirsi in abbraccio?

Decisamente più calzanti sembrano essere queste molteplici letture di un fenomeno che, a chiamarlo solo «danza», quasi si commette peccato. 

Perché il valzer, quel particolare movimento ternario unito ai corpi allacciati, è stato un vero e proprio fenomeno culturale e sociale. Fiorito a fine Settecento tra Austria e Germania come evoluzione del Ländler, ha immediatamente conquistato il gusto dell’Eu­ropa intera: dalla Francia alla Russia, dall’Italia all’Inghilterra. Tanto che tutti gli ambiti della società ne sono stati toccati, e perfino i compositori più colti e ricercati l’hanno introdotto a elemento costitutivo delle proprie opere: Hummel, Berlioz, von Weber, Chopin e Čajkovskij.

Ma se proprio il valzer deve associarsi a un nome, o meglio a un cognome, quello non può che essere Strauss. Johann Baptist, Johann jr., Josef ed Eduard hanno infatti costituito la più famosa dinastia del valzer, quasi un monopolio, che nei 75 anni 

dell’Ottocento fino al volgere di secolo ha conquistato Vienna e l’Europa tutta.

Degli Strauss sono alcuni dei più celebri valzer di sempre (An der schönen blauen Donau, Kaiser-Walzer, Wiener Blut, Sphären-Klänge) e con loro il valzer è divenuto quel ballo sensuale e malinconico, ma anche gioioso ed affascinante, che tutti oggi conoscono e continuano ad amare.


Linda Campanella · soprano

Ha studiato pianoforte e canto perfezionandosi con artisti quali Franca Mattiucci, Renata Scotto e Robert Kettelson. È stata premiata in diversi concorsi internazionali, venendo successivamente invitata ad esibirsi in prestigiosi contesti lirici, quali i teatri di Torino, Brescia, Cremona, Como e Mantova, come pure altri in Germania, Spagna, Ungheria e Svizzera.


Barbara Ciannamea · violino

Iniziato a sei anni lo studio del violino si è subito affermata come talento prodigioso. Ha studiato con Tamas Major diplomandosi a Milano, si è poi perfezionata con maestri quali Gulli, Ricci, Gilels, Gruber, Accardo e Vernikov ed è risultata vincitrice in importanti concorsi internazionali.

È violino sostituto prima parte nell’Orchestra della Svizzera italiana.


Claude Hauri · violoncello

Assolti brillantemente gli studi di violoncello a Lugano, Fiesole e Winterthur si è impegnato in una ricca carriera concertistica internazionale come primo violoncello in importanti gruppi musicali (tra gli altri l’Orchestra mondiale delle Jeunesses Musicales e l’Ensemble Nuovo Contrappunto) ed esibendosi in prestigiose sale e rassegne: Progetto Martha Argerich di Lugano, Nuova Consonanza di Roma, Festa musicale svizzera, National Academy Melbourne, Teatro El Circulo di Rosario.


Daniel Moos · pianoforte

Diplomatosi con Nora Doallo presso il Conservatorio della Svizzera italiana ha proseguito i propri studi a Zurigo con Irwin Gage, perfezionandosi in seguito a Roma, Vienna e Bayreuth. È stato premiato in vari contesti (Orpheus-Wettbewerb, Zürcher Forum) e da anni conduce una ricca attività concertistica su scala nazionale ed internazionale.


Claudio Moneta · narratore

È un attore e doppiatore italiano, protagonista in importanti produzioni teatrali, televisive e radiofoniche tra l’Italia e la Svizzera.


Programma

Un viaggio nella Vienna del XIX secolo, attraver­so la dinastia degli Strauss, in un susseguirsi di acuti che vedranno in primo piano la soprano di coloratura Linda Campanella, affiancata da tre musicisti ben noti alle nostre latitudini, condito da gustosi aneddoti pro­posti da Claudio Moneta. Gli interpreti pro­por­ranno alcuni tra i più celebri valzer, dal «Frühlingswalzer» a «Rosen aus dem Süden» fino al celebre «Danubio blu».
Un tuffo indietro nel tempo alla (ri)scoperta di una musica che non era solo da ascoltare e ballare, ma era un vero e proprio modo di vivere.